La provocazione Scudetto, exit poll sballati
di Sandro Veronesi - Da
www.corriere.it
Ci risiamo. La Corte di Cassazione ha appena finito di diramare i risultati definitivi, alleviando manon certo cancellando il trauma della terribile notte del 10 ultimo scorso, e l’incubo del sorpasso ricomincia. Di nuovo exit poll e proiezioni, che fino a poco fa davano per certa la vittoria dello scudetto da parte della Juventus, vengono smentiti dai fatti, e, dopo lo scrutinio dei seggi di Fiorentina, Cagliari e Lazio, quella che era annunciata come una larga maggioranza si è ridotta a tre soli punti: due, in realtà, se si considera che la legge cambiata quest’anno prevede, in caso di parità alla fine del campionato, la vittoria del Milan. Poi c’è quell’altra legge che non ho capito bene, quella ad personam contro il senatore a vita Del Piero, che impedisce a Capello di schierarlo nella coalizione titolare, e gli permette di utilizzarlo solo come riserva, e per di più nel ruolo non suo di esterno di centrosinistra, mentre lo obbliga a insistere sulla candidatura di Ibrahimovic al seggio di peggior seconda punta titolare bianconera di tutti i tempi, in ballottaggio con Pacione. E intanto la telefonata di Berlusconi non arriva, anzi, eccolo piombare fuori dal collegio di Messina più agguerrito che mai, ungulato, famelico, ringhiante. L’incubo, appunto, che ricomincia... Forse faccio un po’ di confusione, ma se sei tifoso della Juventus e hai votato per Prodi, oggi lo stato d’animo è questo. Ormai, anche nel caso migliore, si perderà anche se si vincerà; e in quello peggiore si perderà perché si arriverà pari. Tutta quella sicurezza, che malgrado l’esperienza, la prudenza e la scaramanzia, ha accompagnato il popolo bianconero davanti ai primi inequivocabili segni del declino — e poi i secondi, e poi i terzi —, si è trasformata in voglia di addormentarsi all’istante, per svegliarsi solo alle cinque del 14 maggio. Tutti i fischi rimasti in gola ai tifosi prima delle sacrosante bordate di Juve-Arsenal ora si trasformano in un rimpianto, ché se lo stadio gli si fosse rivoltato contro un po’ prima forse Capello sarebbe rinsavito, e avrebbe smesso di mettere in campo quelli che ormai giocano bene solo nella sua testa (Ibrahimovic, Zebina, Camoranesi), e si sarebbe accorto che i più in forma sedevano al suo fianco. Ma intanto l’incubo è ricominciato, e nella confusione generata dalla reiterazione del trauma viene in mente la mossa che potrebbe salvare il salvabile, sbrogliando anche i groppi residui della prima Grande Strizza: Del Piero in campo con la fascia di capitano, maledizione, e larga intesa su Cannavaro Presidente della Repubblica.