VIVA IL CALIFFO!!!!

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adri10
00mercoledì 28 giugno 2006 17:59
CALISUTRA
Nei primi giorni di luglio la Castelvecchi invaderà le librerie con il nuovo libro di Franco Califano, curato da Paolo Palmarocchi, “Calisutra. Storie di vita e casi dell’amore raccontati dal Maestro”. Per gentile concessione dell’editore, pubblichiamo strepitosi tre capitoli. Buon divertimento.

1 - LA NAVE SCUOLA
Da piccolo mi ritrovai già grande. Non volevo chie­dere niente a nessuno e diedi inizio a quei passatempi, o meglio a quelle vocazioni, che i miei compagni a­vrebbero conosciuto molto più tardi: le donne, il ses­­so, i sensi.


Mi ricordo, infatti, la gioia di rincorrere le bambine sulle scale per mettergli le mani sotto la gonna, e i primi giochi erotici in cui loro si tiravano fuori i capezzoli e a me toccava mettere in mostra la merce, già all’epoca assolutamente rispettabile. Insomma, da subito faceva la sua comparsa l’ossessione di una vita. Altre distrazioni erano il biliardino al bar con gli amici, e poco altro. Però, nonostante la povertà, si capiva che in qualche modo ce l’avremmo fatta: la gente si dava da fare, si inventava un mestiere al giorno e l’aria era frizzante. La borgata però soffriva, vivere non era facile, e la nostra maestra era la strada. Per fortuna, poi, di mae­stre ne sono arrivate anche altre.

2 - BRAVATE
Come immaginerete, in quegli anni abbiamo fatto veramente di tutto, ci piaceva esagerare ma senza mai rischiare di essere schiavi del vizio: non eravamo masochisti, ci tenevamo a noi stessi. Quando ci capitava di incontrare quei cazzàri che magari, solo per il gusto di raccontarlo in giro, passavano tre gior­ni di seguito senza dormire oppure si sfondavano, senza nessuna coscienza, di qualsiasi sostanza, li trat­tavamo come coglioni. Anche a me succedeva di passare diversi giorni e altrettante notti a casa di Gigi Rizzi, ai Parioli, vicino Piazza Euclide, ma era perché era uno dei posti migliori dove sentirsi vivi: quando bussavano alla porta entravano certe fiche che non potevi immaginare.


Ci piaceva il sesso e ci piaceva cambiare il menu: a me è capitato di farlo con tre donne diverse in un giorno. Al mattino mi sono scopato la cameriera, un classico, un po’ come fare colazione a letto, il pomeriggio un’attrice che veniva da Parigi, subito dopo esserla andata a prendere in aeroporto, e la sera quella con cui ho concluso la serata al Club 84. Ed era stato un giorno come tanti.

Poi mi piaceva molto farlo in tre: mi intrigava far accoppiare due donne che non erano mai state insieme, e ci sono sempre riuscito, anche se loro sostengono da sempre di non essere bisessuali di natura. Comunque, quando le acchiappavo a due a due, addio, quando partivano era andata! Ti potevi pure met­tere da una parte a leggere il giornale.

Una volta sono anche riuscito a baciare la sposa. Come tutti, direte voi. Invece no: con la lingua. Tutto nacque dal via vai che si creava durante gli aperitivi: una battuta, due complimenti, e il gioco era fatto. Ci ritrovammo chiusi nel bagno del ristorante dove si festeggiavano le nozze, a baciarci come dei ragazzini, roba da andare al manicomio.
In un altro caso invece, durante un concerto, riuscii a conquistare una donna incinta di nove mesi, che si innamorò pazzamente di me e che voleva lasciare il marito. Una tragedia.

Ma il massimo l’ho raggiunto quando ho fatto spogliare una suora. Intendo spogliare dei sacramenti. Fu all’epoca della mia lunghissima convalescenza, dopo la meningite: lei era addetta alla mia assistenza e, devo dire, che prese molto sul serio questa missione. Perse la testa per me e si accorse che non era esattamente tagliata per quella vita: preferiva l’uccello della libertà alla colomba della pace. Ancora oggi penso che le feci del bene.

3 - L’INCULATA PARADISIACA
Il culo non ha pari. Ma bisogna sudarselo. Se una donna ve lo apre fino in fondo, rimarrà un po’ vostra per sempre, anche se magari la perderete di vista per anni e anni. Finché non sono vostre, invece, spesso le donne vi tengono lontani dall’entrata di cortesia, cercando di farvi capire ad arte che loro non sono mai state prese da dietro e che lo farebbero soltanto con voi, insomma che, in via del tutto eccezionale, potrebbero farvi questo regalo. E invece, e mi dispiace infrangere le speranze di voi giovani adepti, ci sono altre con cui non si passa proprio, è un dono che non vi faranno mai.
O che forse non avete saputo meritare.

Dicevamo: il culo bisogna saperselo prendere. Con astuzia e abilità. Cerchiamo di capire come: innanzitutto prima va leccato bene, con perizia, con la faccia tra le natiche della vostra signora. Leccate, affondate con delicatezza la lingua cercando di darle una forma prima delicata, poi turgida e a cilindro: mica je dovete fa’ er solletico, me spiego? Eppoi succhiate la rosellina rugosa dell’ano, insomma fate sì che lentamente lei cominci a sciogliersi. Come? Lei stessa ve lo farà capire, inarcando i fianchi per permettervi di andare più a contatto con le vostre labbra a ventosa, e più dentro con la lingua. Poi bisogna appoggiarci sopra l’uccello, lentamente, e soltanto la punta. Ascoltate bene, discepoli miei, ho detto: solo-la-punta, chiaro? Il messaggio che deve passare è questo: adesso ti ho bagnata a dovere, te lo sto facendo sentire con delicatezza, ma a decidere quando e come metterlo dentro sarai soltanto tu. Tu sola.

E questa è la vera svolta. È il culo della donna a prendere voi, non viceversa. Si dilata leggermente e voi, senza perdere contatto, andate a mezza punta, ma con il bordo della cappella ancora rigorosamente fuori. Qui è questione di attimi, o talvolta di lunghi minuti. Baciatele le spalle, sussurratele parole d’amore miste a oscenità calde all’orecchio.

A un certo punto lo sentite anche voi: quando cede, cede. E va, eccome se va. Il piccolo anellino di muscolo del suo ano palpita e si dilata, lentamente si dilata, quasi come se il vostro membro fosse risucchiato nella tana di un polipo voglioso. In questa maniera l’uomo non fa nessuna fatica e la donna non prova nessun dolore. Noi le mettiamo a disposizione l’uccello e se lei se lo prende, avvolgendolo tutto morbidamente. Ci sono dei casi, invece, in cui l’operazione ha successo solo in più sedute, di giorno in giorno. Non scoraggiatevi, perché una volta che sarete riusciti a penetrarla, anche soltanto per pochi centimetri, non si smetterà più. Di seduta in seduta, riprenderete dal punto dove vi eravate lasciati, come fosse un segnalibro.

L’inculata è un vero tuffo nell’infinito: c’è un proverbio cinese che dice che un grande viaggio comincia con un piccolo passo. E ci sono inculate che sono dei viaggi verso i confini della galassia. Quando la donna lo accoglie tutto, ma tutto fino alla base dell’asta, e comincia a incitarvi e a volerne e a dirvi cose che neppure una puttana di strada vi direbbe a pagamento, vi chiederete: dove sono finite quella ritrosia e quella timidezza che pochi minuti prima la facevano tremare? Cosa le porta a passare da «Ho paura, mi fai male» a «Sfondami, tutta sfondami, mio padrone»?. Ecco per voi il Mistero del sesso. Ecco per voi il Mistero della donna.
Se siete giunti a questa altezza, ora sapete. Avete ricevuto in dono le chiavi dorate dell’Inculata Paradisiaca.



sono innamorato di quest'uomo!(NO HOMO) [SM=g27828] [SM=g27828] [SM=g27828] [SM=g27828] [SM=g27828] [SM=g27828]
hermeppo88
00mercoledì 28 giugno 2006 18:17
Grande Califfo, che uomo...peccato che è dell'Inter! [SM=g27828]
alexo148
00giovedì 29 giugno 2006 02:58
000--050 [SM=x782270] 000--050
adri10
00sabato 1 luglio 2006 20:44
L’ho ripetuto più volte: lo scopo primo e ultimo del sesso è, senza dubbio, la ricerca del piacere della donna. Vedere una femmina che troneggia su di voi, vederne la felicità e la voglia di prenderne sempre di più, è una delle ragioni per cui vivere. E rendersi conto che la causa di quell’estasi siamo proprio noi, con la nostra maestria e la nostra sensibilità, è una delle sensazioni più intense che possiamo provare.

Perché è di questo che si tratta: di maestria. Le donne vanno sapute trattare al primo approccio, bisogna entrare nella loro mente e nella loro anima, cercare la situazione giusta, capire se è l’ora di mille fiori o se è il momento di battere in ritirata. Ma quando la porta è socchiusa è inutile mettersi a bussare: bisogna entrare.

Col sesso non si scherza: l’inizio è fondamentale. Anche in questo caso la compagna va presa con tatto, bisogna riscaldarla, deve sempre essere eccitata prima di cominciare qualsiasi rapporto: non possiamo tirare fuori l’uccello e pretendere una scopata. È roba da sciagurati.

La sensibilità femminile molto spesso è clitoridea piuttosto che vaginale, e per accendere la passione può bastare accarezzarla nei punti giusti, senza cercare la penetrazione profonda a tutti i costi. A volte bastano un bacio in bocca, una mano esperta in mez¬zo alle gambe e la scopata felice è assicurata.

LE POSIZIONI
L’approccio orientale al piacere sessuale prevede una miriade di contorcimenti più vicini all’esercizio di stile che alla vera sapienza amatoria. Al contrario, discepoli miei carissimi, io dichiaro: aprite il vostro cuore alla visione occidentale della copula, e preparatevi a diffondere tra le genti questi preziosi insegnamenti. Ascoltate il Maestro: in verità le posizioni veramente arrapanti che abbiamo a disposizione si contano sulle dita di una mano. Il segreto consiste nel farle fruttare, cercando di ricavarne il massimo piacere. Per farlo ci vuole tanta pratica, ma non solo: si deve agire di fantasia e bisogna buttarsi senza troppi pudori, senza paracadute. Il sesso deve vivere di libertà e passione, sennò diventa ministeriale.

IL MISSIONARIO
Per cominciare direi che quella del missionario, sotto le coperte, possiamo lasciarla ai poveri di spirito. A letto puoi soltanto terminare quello che hai cominciato altrove: sennò fa subito famiglia, bambini nelle altre stanze che non devono sentire i rumori, e ciò non è bene. Proseguiamo quindi con le altre.

LA PECORA
La pecora illuminerà la vostra visione dell’Eterno.
Sebbene si possa obiettare che si tratta della posizione più animalesca, questo non deve assolutamente frenarvi, perché essa ripropone esattamente le inviolabili leggi della Natura. Che noi rispettiamo rendendo loro un devoto omaggio. L’idea di possedere una donna, potendo controllare i suoi movimenti mentre la si guarda da dietro, assaporando le contrazioni dei suoi muscoli della schiena, tenerla per le spalle, o per i lunghi capelli, dovrebbe farvi passare ogni dubbio.
Senza dimenticare che alla vostra compagna piacerà sicuramente l’idea di essere dominata senza che ciò avvenga in termini espliciti. Anche perché la penetrazione da questa posizione le consente di gustare la vostra virilità in tutta la sua potenza. Eppoi, diciamolo sinceri: una donna, anche la più raffinata e delicata d’animo, quando è il momento giusto vuole sentirsi presa e ingroppata come un animale. Altrimenti perché tutte quelle espressioni, quelle invocazioni, quelle preghiere che tante volte ascoltammo, «Sì, dammelo», «Ancora, ancora»?. La donna quando è a pecora si sente bestia e bestia vuole restare, e forse la aiuta il fatto di darvi le spalle, perché se vi dovesse guardare negli occhi certe cose porche non le direbbe. Così invece si libera. E mentre assecondate sapientemente il suo selvaggio bisogno di cazzo, voi potete guardare più in là, verso l’estasi, verso l’assoluto…

LO SMORZACANDELA
È un’esperienza di cui potete cantare infinite lodi. Un dono che bisogna concedersi il più spesso possibile per rendere grazie alla nostra sensibilità.
L’idea di essere quasi posseduti, di sottostare all’impeto della femmina, accostando la passività della nostra posizione alla centralità assoluta del nostro membro che si erge come un albero maestro sulla nave del piacere, deve farvi riflettere sull’importanza determinante di questa soluzione. E la possibilità di ribaltare l’azione, sollevando e abbassando la nostra instancabile compagna semplicemente con l’impegno delle nostre braccia, la rende di una completezza illuminante.
Poi, a proposito delle infinite variazioni, considerate lo smorzacandela alla stregua di un vero e proprio ballo: liberatevi dalle convenzioni e abbandonatevi al ritmo dell’amore. Lei potrà sedersi sui talloni, oppure girarsi di spalle senza farvi uscire (smucinando meravigliosamente il vostro arnese con un movimento circolare che potremmo definire «effetto trottola»), oppure premere sul vostro grembo come una cavallerizza che tiene caro il suo stallone cavalcandolo a pelo, facendovi sentire ad ogni sussulto tutta la sua sete di penetrazione profonda e di piacere. Per non parlare delle visioni meravigliose cui si va incontro: dai seni che danzano senza freni alle più intense espressioni di godimento, dai capelli che ricadono morbidi accarezzandovi il volto alle sue unghie che, nei lunghi gemiti dell’orgasmo, quasi vi si conficcano in petto, come un’ancora che cerca un fondale sicuro per non lasciare la nave alla deriva. Che gli dèi benedicano lo smorzacandela, dunque, purché la fiamma venga fatta ardere a lungo e intensamente, e la cera sia calda e abbondante… Veramente superlativo.

IL SESSANTANOVE
Quando la geometria e la cabala si fondono diventando musica, è segno che siamo coinvolti nel vortice avvolgente del sessantanove. E se la passione e l’intimità vanno d’accordo, questa posizione può diventare una delle più intense. Anche se si deve imparare a gestirla con maestria, ricercando l’assoluta comunione dei corpi. Altrimenti dà la vertigine, e se non sapete gestire psicologicamente e fisicamente la vostra amante dopo un po’ rischierete di perdere il contatto con lei, e vi sembrerà di stare al telefono in una conversazione noiosa a tu per tu con un tappetino di pelo semiasciutto.

Donatevi invece con passione e delicatezza, carezzate e succhiate dapprima con delicatezza, scostando con amore le labbra della vulva, fino a che, come una bocca desiderosa, non la vedrete che quasi si dischiude come se volesse parlarvi…
Di lato o con lei sopra sono le posizioni più raccomandabili, anche se vi sono donne che amano sdaraiarsi sotto e concedersi a una penetrazione profonda del membro, che in questa posizione è particolarmente vantaggiosa. Un vero problema di questa attività sono le sue varianti più faticose. Le versioni in verticale con lei a testa in giù e altre molteplici acrobazie, come la reciproca trattenuta per i capelli, richiederebbero infatti l’esperienza di un culturista. E le scritture prediligono impieghi più nobili rispetto a quello della forza bruta. Mentre, per la tecnica specifica, vi rimando ai paragrafi Leccarla e Il pompino.

LO SPECCHIO
Definirlo una suppellettile o un accessorio, discepoli miei, mi sembrerebbe una sciocchezza: lo specchio non è accessorio, è determinante. Lo specchio posizionato con saggezza è in grado di riflettere luci, masse in movimento, ombre e profili. Le visioni celestiali vengono moltiplicate, nello specchio voi siete voi ma non siete voi, lei è lei ma è anche un’altra, e un’altra ancora, il desiderio e la fantasiasi spingono all’infinito…
Breve lezione d’arredamento: bisogna ingegnarsi a creare un vero e proprio angolo dello specchio, un punto che guardi esattamente al letto e che quando si entra nella vostra stanza non dia troppo nell’occhio, in modo da non essere volgare, che non sembri messo lì appositamente.

La posizione più divertente è quella con lei seduta sopra di voi, mentre vi dà la schiena, con lei che si guarda attentamente mentre si tocca durante l’amplesso. Vi sembra una sfacciataggine? Magari lei all’inizio rimarrà turbata, se non lo ha mai fatto, ma presto la sua fantasia si libererà. Voi non sapete di cosa è capace una donna, quando si sblocca e comincia a giocare coi sensi… Considerate che il momento in cui vede il nostro membro entrare e uscire nel corso della sua masturbazione può farla veramente impazzire. Oppure se riuscite a farla specchiare mentre siete intenti a leccargliela, allora non vi dimenticherà mai più. Date retta a me, comprateve ’no specchio.

GAMBE ALL’ARIA
È un’altra posizione fenomenale, da interpretare, però, con una certa furbizia. Perché mentre starete scopando con la vostra donna, appositamente adagiata su un tavolino, su un biliardo (vecchia variante che il vostro Califfo ha molto amato), o sul cofano della macchina, con le sue gambe sulle vostre spalle, potrete provare a far scendere il membro un po’ alla volta fin quando non vi avvicinerete furtivamente all’entrata posteriore.
Senza dimenticare che la Natura vi verrà in soccorso: perché gli umori vaginali, come per magia, si incammineranno verso il vostro obiettivo addolcendone le resistenze. E anche in questo caso vi rimando al paragrafo L’Inculata Paradisiaca, poco più avanti.

Continua…



alexo148
00sabato 1 luglio 2006 21:41
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